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LA  PIÙ TRADIZIONALE  FESTA  DELL’ARCELLA
SAGRA delle NOCI
Leopoldo Saracini

DA  OLTRE  DUE  SECOLI  L’ARCELLA CELEBRA OGNI ANNO LA SUA “SAGRA delle NOCI” (dal 1792) NELLA SETTIMANA COMPRESA TRA LA PRIMA E LA SECONDA DOMENICA DI SETTEMBRE

La più antica, tradizionale e plurisecolare, manifestazione popolare dell’ARCELLA, il Quartiere più caratterizzato di Padova, è strettamente legata alla storia del suo Santuario e alla devozione Antoniana. Il binomio “Arcella – S. Antonio” è stato letto e rivisitato nel tempo in modi e forme molteplici, che hanno dato luogo ad una serie di eventi e di manifestazioni  che sono entrate profondamente nella storia e nella tradizione locale.

Rimasta pressoché intatta nella sua folkloristica immagine esterna fin quasi alla fine degli anni ’60 del secolo trascorso, la “Sagra delle Noci” cominciò ad evolversi rapidamente nell’ultimo quarto del ‘900 raggiungendo l’attuale impostazione all’inizio degli anni ’90. L’inevitabile rinnovamento della festa – indice sicuro della vitalità e di una lunga e radicata tradizione popolare – ha comunque modificato profondamente alcune immagini caratteristiche del passato. I vecchi “Arcellani” ricordano con un po’ di nostalgia il fascino veramente unico di questa celebrazione annuale, quando lungo il viale che conduce al Santuario Antoniano, ed ai suoi lati, si assiepavano fitte fitte le variopinte bancarelle degli Ambulanti cariche di dolciumi, giocattoli e di tradizionali golosità quali, il “tiramolla”, il “croccante” lo ”zucchero filato” ecc. . Molto numerosi erano sempre i carrettini di noci primaticce (…di “Sorrento”)che la gente acquistava nei rustici cartocci di carta giallognola e consumava in lieta brigata, annaffiandole con buon vino, seduti ai tavoli delle osterie locali (allora non c’erano i “Bar”) che addobbavano gli esterni con multicolori palloncini alla “veneziana” e fili di lampadine elettriche. Già, perché la luce elettrica era ancora una conquista recente da esibire con dovizia nelle occasioni di festa. 

Uno dei vanti che rendeva inimitabile la sagra dell’Arcella era, infatti, la straordinaria “luminaria”, iniziata nel 1922 per l’inaugurazione del campanile. Continuamente ampliata e perfezionata, essa era installata all’esterno della chiesa con un meticoloso quanto lungo lavoro di settimane da un gruppo di volontari, finché nel 1972 si dovette sostituirla – a causa delle nuove norme di sicurezza – con fari riflettori, come avviene ancor oggi. Era una vera festa per gli occhi quando, al calar della sera, si accendevano le migliaia di lampadine che ornavano ogni profilo architettonico del Santuario Antoniano e dell’altissima torre. L’immancabile concerto della Banda Cittadina di Padova alternava i suoi brani musicali ai gioiosi scampanii (i “Segni”) dei provetti maestri campanari che suonavano in concerto a distesa gli otto meravigliosi bronzi del campanile. A rendere ancor più gioiosa la festa concorrevano gli squilli incessanti delle trombette di cartone suonate dai bambini che erano, come sempre, i più entusiasti protagonisti della festa. La “Pesca di Beneficenza” era sempre molto ricca e frequentatissima. I più fortunati portavano a casa l’immancabile bicicletta,  la “cucina economica” sostituita  poi da quella a Gaz, o una bella “radio con grammofono”. Oggi questi premi sono stati sostituito dall’impianto “stereo”, dal televisore a schermo piatto, o dal computer e dai “cellulari”. Sagra di oggi e sagra di ieri, così come emerge dal ricordo degli anziani – attaccatissimi a questa ricorrenza – Le immagini, i suoni, gli odori ed i sapori che essi hanno vissuti fin da bambini e che porteranno nel cuore per tutta la vita.  Ma “la Sagra” era, ed è ancor oggi, una occasione privilegiata per incontrarsi, per ritrovarsi con le persone care, con gli amici d’infanzia – i compagni di giochi e di gruppo degli anni giovanili vissuti nel glorioso “Patronato” (1897) in tanti momenti ed esperienze indimenticabili.

Forse è proprio questo desiderio di ritrovarsi e di incontrare i volti e le amicizie degli anni verdi che continua a portare all’Arcella migliaia di persone nella prima settimana di Settembre che, comunque, non dimenticano di dare un saluto a S. Antonio con una visita alla veneratissima “Cella del Transito”. Il Santo è un po’ l’amico fidato e fedele per eccellenza di chi è nato e vissuto all’Arcella ! Antonio è stato e resta una figura ed un riferimento costante della Fede e delle tradizioni di questa zona “privilegiata” di Padova . 

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da "...Forse non tutti sanno che a Padova..." di Silvia Giorgi - Newton Comption editori